Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

tradizione del romance che va inq.ietro fino al romanzo greco, ritornano a conferma della tendenza arcaicizzan­ te, in questa ultima produzione shakesperiana, indifferen­ te in sommo grado alla plausibilità psicologica, e narrati­ va, di una grande libertà metrica, e di una voluta i­ bridità. Shakespeare e i suoi colleghi del tempo praticavano attivamente e da parecchio ormai, la rottura delle cate­ gorie classiche dell'unità e dei generi, attraverso l'intro­ duzione del comic relief nella situazione tragica, la com­ mistione di linguaggio basso e linguaggio alto, lo sposta­ mento continuo dell'azione nello spazio e nel tempo; ma la rottura si organizzava pur sempre entro una for­ ma, la tragedia, o la commedia. Con gli indefinibili ulti­ mi drammi shakesperiani l'eclettismo, la commistione di stili, ,la parodia, il travestimento della forma si fissano nel capriccio serio-comico, e s'avvia una organizzazione narrativa nuova, una struttura sia linguistica sia temati­ ca che è tappa essenziale verso il romanzesco lucido e prosaico del '700. L'intreccio, la trama, il personaggio affrontano · una mutazione radicale: l'intreccio e la trama si organizzano intorno al momento fondamentale dell'agnizione, e quin­ di della riconciliazione e restaurazione del modello fami­ liare; la trama avvia una peripateia che sfiora la morte, ma poi conduce all'happy ending; si fabula di famiglie divise da riunire, figli perduti da ritrovare, di matrimo­ ni da fare, un universo domestico insomma; il personag­ gio non fissa più il suo racconto nella tonalità alta, tragica, dell'onore e della morte, ma nel tono più conci­ liante di un fantastico e di un avventuroso che ha come destino I'happy ending. Il personaggio di adesso, (« que­ sti nuovi cavalieri») è soprattutto un giovane (« dei gio­ vani che devono scontrarsi con il corso del mondo») che cerca la sua fanciulla, o una fanciulla _ che cerca il proprio padre, e intanto incontra un marito; alla fine si 132

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