Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

sciolti così?». La Regina, la cui mossa è pur sempre la più libera, sente lo stesso l'orrore dello spazio imprigio­ nato e vorrebbe uscire dalla scacchiera, o stanza che sia. Ma la sedia {« The Chair she sat in») che la tiene Je si lega addosso: dovrà continuare a giocare a scacchi pre­ mendo « gli occhi senza palpebre, aspettando che qualcu­ no bussi alla porta», chiusa nella ragnatela di citazioni che la raccontano, nello scenario che la produce perso­ naggio. La macchina di linguaggio messa in moto mostra i mezzi di lavoro preferiti di Eliot: la spigolosità metafi­ sica degli elisabettiani, la classicità serena di Virgilio, la­ materialità fantastica di Ovidio. Cleopatra è la dtazione che imposta la correlazione al passato sin dal primo verso, modulando attentamente differenza e ripetizione. Lo spostamento da Barg� (barca), in Shakespeare a Chair (sedia) in Eliot, produce una sostituzione significativa dello spazio: l'esterno si scambia con l'interno. Il diffe­ rente spazio fisico produce un differente spazio di rac­ conto, e dunque tutta un'altra storia. La barca di Cleopatra scintilla sull'acqua, la poppa è d'oro battuto, le vele di porpora, così profumate che i venti languono d'amore; la descrizione oscilla tra Cleopa­ tra e lo scenario, in un gioco di rimandi, in cui Cleopa­ tra non è altro dall'oggetto che la porta, e fo scenario tutto si risolve in lei, finchè non c'è altro scenario, · altra natura che Cleopatra stessa: ·« Dalla barca uno strano e sottile profumo si spandeva a colpire i sensi dei vicini scali. La città riversò il suo popolo verso di lei; e Anto­ nio troneggiante sulla piazz , a del mercato, rimase seduto solo solo, zufolando all'aria; la quale, se il vuoto fosse stato cosa possibile, sarebbe andata anch'essa a _ contem­ plare Cleopatra, lasciando una lacuna nella natura». La barca si sostituisce a Cleopatra, brilla sull'acqua, e profu­ ma al posto di Cleopatra; nello scambio l'oggetto si pren­ de gli attributi della persona e la persona si oggettiva nell'oggetto. Ma non c'è separazione né distanza: il cor- 113

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