Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

duzione di letteratura non ha più bisogno di un sogget­ to; anzi, la letteratura si fa da sola. Basta lasciar esiste­ re il mito, la tradizione. La macchina _ produttiva. La co­ sa sociale. Il soggetto pieno, di kantiana memoria, si raccoglie più modestamente, senza più nessuno streben intorno alla funzione: diventa un tecnico. Uno speciali­ sta. Addirittura si fa chiamare (e qui l'orgoglio è davve­ ro tutto caduto, niente più aura, niente più torre, né avorio) operatore culturale. Il dominio della cosa sull'uo­ mo, del prodotto sul produttore, è enunciato con impassi­ bile serenità nel concetto . di Poesia Impersonale, dove l'organismo poetico . si sostituisce al corpo senz'organi del poeta. L'oggetto (la poesia) si fa persona, mentre il funzionamento, weberianamente responsabile solo alla sua funzione, non ha corpo: « tanto più perfetto l'arti­ sta quanto più separato in lui l'uomo che soffre e la mente che crea». L'estinzione del soggetto è garanzia del miglior funzionamento del processo stesso. . Bisogna sacrificarsi, per essere efficienti. Ma bisogna anche azze­ rare la barriera tra presente e passato. Il progetto è ambizioso, ed è sempre lo stesso, la stessa ossessiva mes­ sa in scena del mondo storico come natura. Ossessiva­ mente, fin dall'inizio, l'uomo borghese ripete la sua « coa­ zione a ripetere» quella messa in scena. E continua a recitarsi addosso le sue finzioni. Fa finta, ad esempio, che il tempo non sia il tempo sociale medio, ma il tem­ po interiore, non il tempo espropriato, ma il tempo mio. Che la realtà reificata sia la sostanza stessa del mondo. Che non esista barriera tra passato e presente, ma tutto sia simultaneo, compresente, equivalente. Così gli uomi­ ni eliotiani, pur muovendosi . tra citazioni, schegge, fram­ menti, non hanno memoria, se non come sfondo; sono uomini vuoti e senza storia. Perchè appunto non c'è ricordo, fuori del tempo, e se H tempo non ha misura. Lo spazio di simultaneità in cui gli uomini eliotiani si muovono è negazione del tempo, proprio in quanto mes- 110

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