Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

larizzazione. Il tutto vi appare solidale con la formazione visiva e unificata dell'immagine che la parte ormai deve presupporre, mentre la definizione della metonimia sim­ bolica indica, non a caso, la catena stessa degli sposta­ menti del desiderio sull'asse dei significanti. Le immagini parziali che Lacan ,raccoglie con il nome di immagini del corpo frammentato e che iriconosce ad esempio nella pittura di un Bosch, ,supportano il carat­ tere in cel.'ta miisU<I1a scomponibile e smontabile dell'io umano « tanto imprnciso ,nei suoi limiti»: come in un montaggio l'io si decompone nei suoi foammenti di cui occhiaH, denti fa}si, parrucca, posticci, eoc., sono al­ trettanti pezzi. Nella cerniera in cui ,sembra chiudersi l'io, fra un al di qua, }a sua ,stessa decomposizione, e un al di là, fa. sua essenziale alienazione e identifica­ zione con :l'Io-ii.deale, si misura il suo destino che lo lega alla folHa. « Giaoché il rischio della follia si misurn sul- 1'attrazione delle identificazioni in cui l'uomo impegna ad un tempo la sua verità e il ,suo essere» (p. 170). Ermanno Krumm

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