Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

a C. L'incipit L'incipit è lo spazio esegetico del miniaturista, il suo laboratorio e il suo testo, la parola che, appena pronun­ ciata, si trasforma in figurazione e stilema, la scrittura che, per oltrepassare la soglia del testo, domanda il co­ lore. E' il frammento che alla prima esposizione alla luce ha bisogno di difendersi dagli sguardi interrogativi mascherandosi di forme. L'incipit è la prima domanda al lettore e all'interprete che, non conoscendo l'interlo­ cutore, s'avanza impaludata nell'artificio. E' la costitu­ zione della scena teatrale, nella materialità significante, ndl'apparaito Jetterale. Nel 1suo ,spazio si svolgerà il thea­ trum philosophicum del testo. :Di questo teatro esso è la stilizzazione metaforica, dove si annuncia lo svolgersi di UIIl rito che esige di ,Ia,sci!are sul1a soglia 1'abiito quoti­ diano e l'attitudine mondana, per giuocare in finzione quella v e rità che nel theatrum mundi è frantumata e occultata. La prù.ma designazione è dunque l'apertura su uno spazio teatrale, del quale esso costituisce il si,gnificante. Connessa con questa funzione, anzi ad essa conna­ turata, è la funzione sacrale. Anche della sacralità l'incipit rappresenta la funzione figurativa e letterale, la desi- 6

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