Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

Marx? «Si trattò evidentemente di un tentativo delibe­ rato di nascondere cert,e concezioni dei loro maestri che non co1limavano con l'interpretazione che essi davano delle loro teorie» 19 • I «ginevrini», del :riesto, non potevano immaginare (50 anni prima di Lacan) che la «lettera giacente» è «una .lettera che arriva sempre a destinazione»... 20 • b) Il punto su cui fa leva Lenin, nel suo incessante «abbaiare» contro i populisti, i neoiskristi, i «socialisti rivoluzionari» (fautori della spartizione delle terre) etc. è «la convinzione che gli ordinamenti economici russi sono rappresentati da una società borghese» 21 e che «la Russia [e specialmente l'agricoltura russa] è già entrata nella via capitalistica» 22 • Egli capovolge cioè, molto diplomaticamente, la domanda tradizionale («Deve la Russia passare attraverso le forche caudme del capi­ talismo?») in una mera constatazione del fatto, in verità alquanto discutibile, che la Russia ha già imboocato la strada capitalistica, non solo nelle città industriali, ma anche neHe campagne 2 3 • Ma, a questo riguardo, - pur lasciando momenta­ neamente impregiudicata la complessa diatriba sulla «nazionalizzazione della terra» - ha incidenza teorica decisiva sottolinear·e: 1) che Lenin ha sempre presentato l'intem questione �otto falsa luce, esagerando notevol­ mente il grado di capitalistizzazione delle campagne 24 e 2) che, molto prima della c.d. «ritirata» della NEP e (peggio ancora,) delle celebri riforme di Stolypin, da cui prende inizio la dissoluzione del «mir», lo stesso Lenin ha reiteratamente manifestato la sua «personale» pro­ pensione per la soluzione capitalistica. Per quanto concerne il primo punto, è assodato, anzitutto, che - come ammette lo stesso E.H. Carr - nella Russia pre-rivoluzionaria, i dati statistici furono «pesantemente truccati... in favore della soluzione capi­ talistica...» e che, in realtà, il flagello capitalistico delle 39

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