Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

a p. 355 di Le lotte di classe in URSS (Torino, 1974) - su questi problemi (posto e ruolo del capitali,smo di Stato, condizioni della trasformazione socialista dei rap­ porti sociali), si fronteggiano - e coesistono - in Lenin due punti di vista contraddittori. L'uno, domi­ nante, che mette in primo piano la lotta di classe con­ dotta dalle masse come fattore di distruzione/ricostru­ zione dei rapporti sociali, in primo luogo dei rapporti sociali di produzione; l'altro, dominato (nel isenso che svolge generalmente un ruolo secondario), che fa di­ pendere la nascita di nuovi rapporti d i produzione dallo sviluppo delle forze produttive. Questa seconda concezione - che, quand'è domi­ nante, coincide con l'«economicismo» - non deve sor­ prendere; certi scritti di Marx (in particolare la Prefa­ zione del 1859 a Per la critica dell'economia politica) non sembrano escluderla interamente, e questi scritti - interpretati in senso «economicistico» - hanno svolto un ruolo considerevole nell'ideologia della II In­ ternaziona1e con la quale Lenin effettua una rottura ancora soltanto parziale nel 1918». Si ha così che, quando la polemica contro i sogget­ tivisti lo spinge a sostenere che « ,lo sviluppo delle FP tende allo stesso scopo che i socialisti si sono prefissi» 13, l'artefice della rivoluzione russa finisce col figurare per­ fettamente in linea con la mistificazione adleriana (o austro�marxista), per cui «il non-poter-andare-altrimenti del corso necessario oggettivo della sooietà si dimostra identico alla scelta e ·ailla riflessione deliberante della coscienza creativa» 14 • 35

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