Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
uomini tra di loro nella produzione degli oggetti indi spensabili al soddisfacimento dei bisogni umani». - Le Opere, p. 8: « Soltanto riconducendo i rapporti sociali ai rapporti di produzione, e questi ultimi al livello delle forze pro duttive, si è ottenuta una base salda per rappresentare l'evoluzione delle formazioni sociali come un processo storico naturale». - Karl Marx, Roma, 1970, p. 24: « Il marxismo ha eliminato il soggettivo e l'arbi trario nella scelta di singole idee « direttive» o nella loro interpretazione, scoprendo nella condizione delle forze materiali di produzione le radici di tutte le idee e di tutte le varie tendenze senza eccezione alcuna». - Qualora i precedenti esempi appaiano insuffi cienti, si ricordi, infine, che la dimostrazione ad oculos della disinvoltura con cui Lenin getta molto spesso a mare la determinazione in ultima istanza dei RP è ubi cata a pag. 229 del vol. 13 ° delle Opere complete, dove si legge appunto che: « In nome degli interessi dello sviluppo delle forze produttive {questo sommo criterio del progresso sociale) occorre appoggiare... l'evoluzione borghese di tipo con tadino» 12• È senz'altro spiacevole far entrare .in campo queste pesantissime batterie, ma non sarebbe giusto nascon dere che, nella leniniana « ontologia dell'essere so ciale» (o « logica obiettiva dell'evoluzione dell'essere sociale») le FP sono poste ex professo come catalizzatore univer-sa1e dell'azione storica e base « granitica» dei RP e che, pertanto, la dialettica leninista cade qui in un difetto analogo a quello che Marx mette sul conto del borghese grossolano e praticone, che tiene di mira « esclusivamente e fin da principio, la determinatezza quantitativa». In realtà, - osserva, a tal proposito C. Bettelheim, 34
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