Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

che il Vasari dà attorno ad Oderisi da Gubbio e a Franco Bolognese: « Fu in questo tempo in Roma Oderigi . d'Agobbio, eccellente miniatore in que' tempi, il quale condotto perciò dal papa miniò molti libri per la Li­ breria di palazzo, che sono in gran parte oggi consumati dal tempo. E nel mio libro de' disegni antichi sono al cune reliquie di man propria di costui, che in vero fu valent'uorno». E ancora: « Fu molto miglior maestro di Oderisi Franco Bolognese miniatore, che per lo stesso papa e per la stessa Libreria ne' medesimi tempi lavorò assai cose eccellentem e nte in quella maniera, come si può v-edere nel detto libro, dove ho di sua mano di 1 segni di pitture e di minio, e fra essi un'aquila molto ben fatta, ed un leone che rompe un albero, bellissimo» 5 • Il rina­ scimento ha riportato le contraddizioni tra il tempo del­ l'opera e l'altro tempo all'interno del mercato: valore d'uso e valore di scambio dell'opera sono uniti nel senso deHa proprietà che la notizia del Vasari con soddisfa­ zione esibisce. Il corpo del testo, con la riproduzione a stampa, ha dimesso il suo abito. Ma il processo di produzione se­ guirà altri 'modi ', 1a forza-lavoro implicata nella scrit­ tura e nella materialità del testo modificherà soggetti, funzioni, contraddizioni. Il rituale, l'apparato simbolico, la figurazione dell'immaginario, la linea della tradizione entro cui era immerso il testo, le regole della scrittura, la funzione esegetica dell'incipit e della miniatura sa­ ranno trascritte in un orizzonte economico-politico: l'in­ dustria culturale, l'organizzazione capitalistica del sa­ pere, le istituzioni disciplinari ne conterranno il senso e le contraddizioni. Una critica materialistica della scrit­ tura non può non cogliere quanto dell'universo esegetico del libro passa nella produzione del testo e nel campo della scrittura. Il codice sarà « cosa del passato»: si trasformerà nella gioia formale della finzione narrativa del mano- 25

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