Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

vano l'epos cavalleresco, intrecciandolo alle figurazioni cosmologiche, al ciclo delle stagioni, ai segni zodiacali. In un codice della Bib. Laurenziana (ms. Tempi, 1, f. 2 r.) un miniaturista fiorentino di fine trecento segue in quattro riquadri floreali il cammino di Dante, dallo smarrimento .all'apparizione delle fiere al conforto di Virgilio. Nel racconto ha già preso figura la tempora­ lizzazione per successioni di immagini. E col narrare, quand'esso esce dall'epos cavalleresco, ed entra nella «prosa del mondo», compare il .soggetto, la borghesia che si racconta. L'economia signorile del raccontare, che nella cornice della novella trovava il luogo dell'affer­ mazione, del dominio dell'intelligenza, dell'ordine d'una società che si dispone ad immagine della corte, dove l'oppressione viene occultata o emarginata fuori dal quadro o trasfigurata in apparizione teatrale, trova nella miniatura la .forma più elegante, ma anche più esibitoria. Nel quattrocentesco Virgilio della Riccardiana, in uno scoppio festoso di colori, le miniature raccontano il ritmo elegante della società fiorentina, strade lucenti, interni sontuosi, arazzi, tonache purpuree: Enea giace su un letto dalla spalliera finemente decorata. La vita quotidiana della borghesia è intrecciata alla illustrazione dell'epica: l'epos sopravvive, ma calato nel romanzesco, da esso assunto e trasformato. Altra faccia di questo ritmo di vita quotidiana è la descrizione del mercato, come appare nel cosiddetto co­ dice Biadaiolo, della Laurenziana, una sorta di libro mastro dei prezzi del grano, dove le miniature legano la descrizione del lavoro ai benefici effetti dell'abbon­ danza, dalla ricca mietitura ai tini ricolmi: i personaggi «poveri» s'aggirano nelle piazze del mercato in una stretta benevola dipendenza da esso, anzi alla dichiara­ zione della sua eccedenza e ricchezza necessari. Il rapporto del miniaturista col testo attraversa dun­ que tutte le implicanze dell'esegesi: dall'affermazione 23