Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

gero» (a proposito, ce n'è uno proprio nelle note in margine al convegno - spiritosissime - che Ruggero Guarirrri ha scritto mercoledì 7 aprile). Il Messaggero: giornale - fino a dieci a!Ilni fa - del «generone» ro­ mano, grev,e e rispettabile, che le parolaooe le ammette solo dopo pranzo, col digestivo. E klberto Arbasino usa i termini ·«scopata» e ·«pomp1no» che osava prima con pa:rsimonia 1soltanto nei suoi il'ibri, sulle pagine centrali de «la Repubblica». E intanto i correttori di bozze si rivoltano, e si ribellano i comitati di redazione, e i direttori di giornali hanno la vita dura, debbono pI'ornettJere •mantenere «garantire». Adesso fa continuità fra Convegno della cooperativa degli scrittori e film di Bellocchio cominci!a ad apparire evidente. Per chi ne abbia seguito i «lavori» attraverso i giornali il Convegno di Orvi• eto rimane nella memori<:1. nella forma di una metafora ossessiva che forse lo rias­ sume tutto: dentro e fuori; dentro o fuori. Gli scrittori escono dal convegno e vanno nelle ,oaserme (beneacc o lti dai colonnelli); le operaie della Lebole entrano nel con­ vegno; ·no, , sono ile femmini • ste che debbono uscire allo scoperto ed entrare nella fabbrica della Lebole. Le fem­ ministe si rifiutano a questo gioco, e si chiudono in una stanza a parte di dove escono solo per contestare il Convegno. I libri esc o no dalle librerie per entrare tnei supermercati. Gli ·scrittori esoono dalla letteratura per entrare nella r,ealtà (o almeno lo vorrebbero); oppure: la realtà entra massiccia nella scrittura e la monda di ogni infamante sospetto di narcisismo (o ,almeno così certi serittori sognano). Insomma, per chi ancora non -l'abbia riconosciuta, è la metafora ossessiva, è il :fantasma ossessivo del '68 (nei suoi momenti più scadenti): ragazzi, cosa facciamo adesso? Restiamo in Assemblea o andiamo fuori( nel «sociale», si diceva)? Di casino qua ne abbiamo fatto abbastainza. Abbiamo fatto saltare i nervi ai professori. 227