Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
tativo di una conduzione psicoainald.rtica del manicomio. Si privilegia allora l'inte:ripretazione del1e dinamiche interne di pazienti, infen:niiieri e medici considerando le :t1elative interre lazioni e soprattutto il rapporto, psicologico, con l'istitu zione totale. Questo farsi carico globale del mondo manicomiale è in dubbiamente utile alÌa sua conoscenza ,e probabilmenrte ne razionalizza la vita interna: il rischio è che venga esclusa una analisi ed un intervento 11eale sul manicomio che magari viene « curato», ma che continua a produrre patologia mdividuale 'e ,sociale. Si tende cioè a considera:re come dato immutabile l'esistenza dell'ospedale psichiatrico, all'int ,erno del quale, ed accettata la logica del quale, si costruisce tutta una serie di letture del « mostro ». b) Trasformando « l'oro della psicoanalisi nel piombo della psi<Coterapia», si seguono alcuni pazienti e si fornisce loro uno strumento terapeutruco ,specializzato. In questa prospettiva il manicomio viene considerato come un epifenomeno nella vita del ricoverarto: non interessa, o non sembra importante, sapere cosa faccia il paziente nelle 23 ore che non passa con l'analista. E' vero che la psicoana��si rende possibile un dialogo con la sragione, ma allora il problema è chiedersi quanta voglia di parlare - e cosa dica - questa sragione abbia quando è reclusa e violentata. Sia nel caso del manicomio-dato immutabile, sia in quello manicomio-epifenomeno, lo psicoanalista che scende nei gironi manicomiali rischia di rimanere con « le main,i sporche e vuote», perché non si confronta con la realtà dell'emarginazione ,e perché raccoglie ,esperienze su una follia che abita in ospedale, ma che proprio qui si rende illeggibile. . E questa soffer,ta consapevolezza ,sembra presente in Freud quando scrive dalla Berggasse al prestigioso Burgholzli, rn terrogandosi sulla dementia pra,ecox. Il quadro delle 11ecenti, distorte convergenze fra psicoana lisi e psichiatria sii! arricchisce di un altro ibrido, la psichiatria dinamica, disinvolto ,saccheggio dottrinale che ricorda la più antica vicenda della neuropsichiiatria. Spesso ·si tratta infatti di assorbire frettolosamente le teorie psicoanaliti<Che e di criticare poi - in un capitolo apposito - le teoriie di Freud. E' questo un tentativo di aggiomamenrto culturale di una psichiatria che, rendendosi conto dell'usura del modello me- 220
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