Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

il igrande capitale a pagare. Andare ad Ho,Jil yw ood non è poi tanto diverso dall'anda11e a raccogliere le storie di vita dei contadini dello Iowa, che nessuno leggerà. Poi perché non si esce dal mercato. Da quello grande. O se ne esce solo appar e ntemente, per svolgere una hm­ zione apparentemente :non mercantile. Chi ha visto abba­ lS , tanza film western, chi ci ha 1 rif-lettuto abbastanza, non riesoe ad allontanare dalla mente l'immagine della donna «liberal» (come ,la definisce Michael Wood) che tira il suo uomo per la giacca: non andare tr prego a fare il duello: uocide11e è male. E poi, una volta ,che il marito si è virilmente divincolato - si trova costretta a spe­ rare che sia lui - almeno questa vo,lta - a tirar fuori la pistola per primo. La donna americana «liberal» di questo cinema è fatta sì depositaria dei valori «urna­ rii» - la bontà la gentilezza la tolleranza - che ,la so­ cietà disoonosoe, ma a patto che rimanga impotente. Non sarà questa anche ila situazione dell'intellettuale americano, legittimato ad essere «,liberal» purché si rassegni ad essere anche impotente? Per essere un po' meno impotente, dovrebbe mesco­ larsi con le cose del mondo, spo:ricarsi le mani, togliersi i panni curiali di dosso. Ma non lo può fare. Il sistema lo segrega in queHe Shangri-là d i massa che solo i «campus» ùniversitari amerkani. Segregato dal mondo. ha bisogno di definirsi, ed è tentato di farlo in modo «contrastivo», per opposizione al mondo - volgare banale commerciale - che gli sta dattorno. Come non potesse essere volgare banale commercia,le - di neces­ sità - anche il piccolo mondo nel quale vive lui. Dovrebbe avere il gusto di stabilire una qualche forma di comunicazione - sia pure tattica - con gli umori le tensioni la dinamica di quell'immensa classe media che forma il corpaccione pachidermico del :suo paese. L'inteHettuale di Harvard non dov , rebbe permet­ tere che Sylos Labini parlasse al MIT. Ma le regole 210

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