Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

due squadre stia orimai perdendo per 75 a O (punteggio americano, evidentemente). Volete che i giocatori non si mettano a scherzare, a dirsi l'un l'altro: - adesso rimontiamo! Oppure: lasciamo perdere, abbiamo : scher­ zato. Oppure: in fondo non è che un gioco -: «l'humour è l'espressione di una sconfitta ». Che cosa autoriz:zJa a ,dedune 1l'esperienza dell'intel­ lettuale americano che è andato .ad Holl yw ood, ,invece di andare in Spagna? Pressappoco: se , l'humour è questo, allora la media produzione hollyoodiana di quegli anni non è tanto «eva­ siva » (che brutta parola da confessionale!) quanto sem­ bra. Proprio quando pare più leggera, e deliziosamente irresponsabile, reca i segn , i di una consapevolezza pro­ fonda - ainche se oscura - che questo non è il migliore dei mondi possibili. Strano: perché sentimenti di questo genere sono - in genere - appannaggio dei ,letterati e degli scrittori «seri», che lucrano sui nobili sentimenti·, sul pessi­ mismo cosmico, più o meno intensamente colorato di escatologia. Che cosa accade nella produzione letteraria colta e -seria di quegli anni? Cosa scrivono gli -scrittori americani antifascisti (e antin:azisti, e antihoUywoodiani) quando non -sono rad111nati a convegno? Scrivono cose nobihssime, tristissime, talvolta persino noiose. L'auto­ rizzazione ad andare avanti :su un discorso di questo tipo, che è certamente sgmdevole, forse anche pericoloso, proviene da Elia Kazan. Elia Kazan, ,scrittore, uomo di teatro, sceneggiatore, attore, regista, intellettuale impe­ gnato, e poi anche disimpegnato, e poi impegnato di nuovo, ha fatto teatro negli anni trenta, cinema negli ànni quaranta ,e cinquanta, ,letteratura negli anni sessanta. Ha consegnato il succo di queste sue complesse espe­ rienze ad una intervista fiume data a Miche! Ciment («Kazan on Kazan », Londra 1973). In questa intervista - tutta est11emamente interes- 207

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