Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
prove che ci servono sono ,generate dalle ipotesi che facciamo. Se ne facciamo. Gli chiedo ancora: è proprio vero che la cultura americana era iindifforente al cinema in quegli anni. Yes, Sir. Eccome che è vero. Potrebbe farmi qualche esempio? Certo che può. Charlre Chaplin. La rivista «Harper's Weekly» che pubblica un articolo ·su di lui, proprio nel suo ultimo numero (maggio, 1916). Che scandalo che ci fu! Il giorno dopo sono di nuovo negli «stacks» della biblioteca a cercare questa rivista. La ricerca dura ore. Come ricordano male i vecchi! Come ricordano bene i vecchi, invece. Solo che deformano. La discussione non è nell'ultimo, è nel penultimo numero di «Harper's Weekly». ,Siccome con il numero successivo la «Har per's» muorre, assorbita dall'-«Independent», Wagenk necht ha «condensato» due ricordi drammatici in UlllO. E' provato: la cultura amerkana era contro H cinema. Tre mesi di permanenza in America sono spesi male se non insegnano qualcosa, se non incoraggiano a qual che c o nclusione. Nel mio caso, non mi sento incorag giato a concludere, ma a formulare qualche ipotesi, sì. Sono ipotesi faticose: nel formularle, mi tengo stretto ai sostegni che trovo, ·oerco ,le autorizzazioni dovunque posso trovarne. La prima autorizzazione proviene da Donald Ogden Stewarrt. Chi è Donald Ogden Stewart? Ho letto i!l nome nei programmi per la retrospettiva del Museo di Boston. E' lo :sceneggiatore {l'«aut , eur», anzi, direbbero quelli del Museum of fine Arts») del .film·«Holiday» di Georrge Cukor. Ma l'ho incontrato altrove. Dove? La brblioteca incoraggia a cercare. E dopo qualche ora l c1: soluzione viene fuori. L'ho incontrato negli atti del Convegno degli scrittori americani. New York, 1937. Singolare convegno. Alla fine dei !lavori, veIIDe fatta cirioo1are una domanda: qual è il lrbro più rappresentativo di questi anni? Ciascuno disse la sua. Anzi la scrisse in una scheda 205
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