Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

da quelli delle élites cittadine. Fu avventuroso, irrispet­ toso, comico, fantastico. Poi queUe élites Io domarono oon la censura e se ne appropriarono con la finanza. Non c'è da stupirsi, quindi, se la cultura americana degli inizi del secolo disconobbe il cinema. Non si accorse di cosa stava accadendo. Lo considerò un fenomeno da baraccone. Perse l'occasione di vedere cose che non si vedranno mai più, perché gran parte di quel cinema, proprio per via della nessuna c o nsiderazione in cui era tenuto, è àndato irrimediabilmente perduto. Qual è la mia sorpresa quando, frugando nei cata­ loghi della Widener, scopro che c'è un lavoro intitolato: « L'impatto del cinema di D.W. Griffith fra il 1908 e il 1914 sulla cultm:;a americana contemporanea». Guardo meglio, mi informo. Non è un librn. E' una « disserta­ tion», una tesi per il ·« dottorato di ricerca» di certo Russell L. Merritt {scoprir-ò più tardi che insegna còmu­ nicazioni di massa a Madison, Wisconsin). La si può vedere? Certo. · Purché 1 si �ada ne1l'apposito archivio e si chiedano gli appositi permessi. Mi arrampico su e giù per quelle a:ntichissime scaile finché nqi ho davanti il più bel saggio, - in assoluto, - sulla nascita del ci­ nema americano. E' la descrizione, inteliligente e pun­ tuale. della nascita del cinema nell'area di Boston. ,Dove erano collocati i « nickelodeons», chi li frequentava; che tipo di film vi si dava; quanto costava; quali erano le reazioni della città. Una descrizione che conferma ap­ pieno - sul campo - ,l'ipotesi: di Sklar. E l'influenza di questo cinema sulla letteratura? Ecco - a questo rigua r -do - devo citare testualmente (e trat­ tandosi di una dissertazione non pubblicata, mi pare elementare prudenza: · si sa cosa accade quando si uti­ lizzano le altrui tesi di lau:r;ea senza di'fllo: ci si può ritrovare professori universitari senza saperlo). « Un tema che non esplorerò è proprio quello del­ l'impatto di Griffith sulla ·letteratura cont e mporam.ea . 201