Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

Nel 1933 Kaufmann scopre Lequeu, ne segna il de­ stino di architetto, legato d'ora in poi ai due accademici Ledoux e BourHé, e tacitamente insinua il vero volto del­ l'opera di Lequeu: il trompe-l'oeil. Nei diversi studi che consacra a Lequeu, egli riporta nelle il,lustrazioni ripro­ dotte, i disegni non nella loro composizione originale, ma tagliati a pezzi e qurndi da 1lui r�composti, favorendo l'ambiguità e nascondendo così le vere «intenzioni» di Lequeu ·« nemico dall'interno» 6 contro Ledoux e BouUée. Attraverso lo spazio naturale tropologico che caratte­ rizza le sue a11chitetture combinatorie, Lequeu vuole dare un supplemento frivolo e ana!logico all'Encyclopédie di Diderot-d'Alembert, applicandosi a costruire un , linguag­ gio architettonico universale che non fa altro che dimo­ strarci con «oscenità» e «lubricità» la carenza dei segni della modernità in architettura. Nel momento in cui :Lequeu «architetto» propone se stesso come primo bersaglio da colpire 7 nel Luna Park delle sue architetture, ci ,lascia solo con l'illusione di uno spazio di padiglioni svuotati e stravolti dalla scrittura: ma la scrittura è la differenza 8 • Nell'ottobre 1950, Helen Rosenau diohiara: «If that is so, Lequeu might have to be considered in the future as a wrirter as well as an architect aind an artist » 9 • H. Rosenau implicitamente ci presenta, purtroppo mutilato un « dessin d'un lit pour le Beglierbejs de Ru­ mélie, Demeurant à Sophia en BuZ.garie », insistendo sul carattere letterario del testo che accompagna questo di­ segno: �l letto reale della sposa messa a nudo segna il destino de11'opera di Lequeu oI11Tiai incrociato con quello di Duchamp e Rousisel. Una volta di più è il rinvio che dà la chiave di lettura del disegno: il testo che l'accom­ pagna non gli corrisponde che in parte. Bisogna cercare in un altro luogo tenendo presente che le architetture di 114

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