Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
l'articolo d'argento al singolare maschile » ( Cfr. testo di Duboy), notiamo come Duboy ha voluto fare uso di un segmento trascurabile dello « Autoportrait du profil desinè pour commémorer son élection à l'Académie de Rouen », scartando la citazione della parte del lavoro che comprende il ritratto di Lequeu. Si tratta di uno dei tanti veri e propri prelievi-inserti di cui Duboy si serve per spaesare un passo « originale ». In questo caso, come in alcuni altri, il procedimento ha la funzione di alimentare il mito dell'artista acefalo, che rinvia alla cancellazione metonimica del principio d'identità, all'attentato indiretto al « soggetto idealizzato ». L'artista decapitato fruisce della testa (oltre che della propria, assente dal metatesto, enigmatica) dei « 5 nus », Duchamp, Bataille, Roussel, Le Corbusier, Duboy e di n altri possibili. Voltando pagina sugli aspetti patetici di una carriera mancata e sottolineando come l'espropriazione del punto di vista storicistico-biografico permette all'opera di « Leque,u » di realizzarsi come serie di nuclei generatori di cultura, permane il piacere di evocare la pastosità «luminosa» degli acquerelli d'insolita preziosità in pro getti d'architettura, le «molli» curve corrotte dal chiaro oscuro simulato « a perfezione », i fantasmi sessuali de gradati ad « ornare la natura » sotto la forma di caverne, voragini, grotte, cripte, pozzi, labirinti, sotterranei, i titoli « sibillin,i » dei progetti stessi, le didascalie leggen darie, l'orgia simbolica offerta a odorati seducibili dal!'antinomia (chiaro-oscuro) di fetori e profumi « ine brianti ». E gran parte del materale ghiotto rimane an cora da elencare. Scrive Leq,ueu: « Si j'avais été assez favorisé de la Nature, ou plutòt assez heureux pour qu'une femme eut désiré l'imitation des traits de ma figure... » (Est. 4, Kt 17, p. 1). Ed ecco l'architetto «visionario» apparire, secondo l'implacabile regola dell'inversione, nel testo di 108
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