Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
Il corpo (ri)tagliato Al cinema è deferita oggi ,privilegi,atamente una funzione mitologica, se oon mitologia s'intenda i , l di scorso sui e dei « mythoi » o favole di un'epoca. Le immagini sembrano avvantaggiate più che in una fun zione perturbatoria, in una definitoria delle varie per turbazioni che ci investono; esse semplificano impulsi e contraddizioni, forse per l'intrinseca capacità di tra sformarsi da immagine in imago; sicché resterebbe da vedere a quale dei quattro discorsi che secondo Lacan dominano 1a società (il discorso del Maestro, dell'Uni versità, dell'Isterico e dell'Analista) andrebbe affiliato il discorso cinematografioo. Se da un lato è fin troppo facile capire perché la querelle dell'osceno, della por nografia sia stata riproposta una volta di più proprio da alcuni film (e poco importa qui rilevarne la goffag gine e la povertà del modo, pari al meno all'inanità delle polemiche seguite sui giornali) può venire comodo, come una sorta di giustizia poetica, che sia proprio un film a somministrare qualche chiave per istruire secondo formule meno ovvie il caso della pornografia e del , la sua funzione. Si tratta dell'ultima pellicola di Robbe GriUet, « Jeux de feu », naturalmente passata con scarso successo sugli schermi italiani e fra la distrazione e i luoghi comuni delila critica specializzata. Debbo fidarmi 93
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