Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
Schola Cantorum La libertà. Nell'amia provvisoriamente svuotata « gli intellettuali» ronzano in prima pagina o a molte co lonne sui quotidiani di rispetto. Una novità, si dice, una conquista. Conquista di che cosa? Di uno spazio « per rivolgersi a un più ampio pubblico ». Nel '45, nel '46 era avvenuta la stessa cosa - ed erano sorte, per morire al più presto, le testate cultu rali o politico-culturali (« Il Politecnico», « La Nuova Europa»...). Era << l'aria di libertà», si diceva, il « dopo 25 aprile ». Là tentazione di esultare per la nuova aria di libertà, per il dopo 15 giugno, è forte: soprattutto gratificante, suasiva. E se invece, ancora una volta, agli « intellettuali » si affidasse una funzione vicaria, di copertura? Vediamo: il 25 aprile segnava la crisi definitiva de-ZZ'apparato ideo logico fascista; occorreva, al più presto, per Monsignor Capitale (allora, e in seguito, in Italia, si è fatto, letteral mente, Monsignor) colmare il vuoto. Intanto, in attesa, che fare? Parlino « gli intellettuali », intanto. E non si può dire che non abbiano parlato; anche a ruota libera, quando vagheggiavano persino, allora, nel '45, sui gior nali del Partito d'Azione, seriosamente, i Soviet; e mille altre rivoluzioni felici, anzi felicemente facili (sulla carta, s'intende). 72
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