Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976

premessa)'. Infatti la semiotica è già pronta a leggere nell'« ·intera cultura» e n�M'universo com'è conosciuto le sue proprie leggi: « Gli oggetti, i comportamenti e i valori funzionano come taJli perché obbeidiscono a leggi semiotiche» (p. 42). Ogni rimando da ipotesi più mode­ rate (in accezione semiotica) alla prima ipotesi decide in sostanza a favore di quel radicalismo, interviene a dichiarare lo statuto totalitario. Ma può darsi che, nonostante le perplessità suscitate dalla forma - dal preambolo procedurale - con cui si autorizza la semiotica a porsi come una teoria gene­ rale della cultura, questa scienza traduca di fatto il suo rigore in una visione sistematica dell'intero campo, nella definizione esatta o persuasiva, leggibile in qualche luogo o virtuale o desumibile, di qualsiasi processo di comu- . nicazione, di ogni particolare di « significazione struttu­ rata». Il novero degli oggetti e delle conoscenze non può mai essere esaustivo; ma non è escluso che si possa riconoscere alla teoria (che si dice « globale») una com­ piutezza ragionevole, quella di un giudizio che ammetta di dichiararsi su tutta la materia, , sull'insieme. Si deve senz'altro convenire nella persuasione ché volge la teoria in un « sistema categoriale unificato», per il quale ogni problema che si enunci possa essere trattato « semioticamente». Proprio nel definire e nel­ l'attrezzare questo« sguardo semiotico», che possa« eser­ citarsi secondo modalità proprie», la disciplina corregge e assesta le « insopportabili ambizioni imperialistiche» (p. 24), di cui si sa indiziata, anche per alcuni trascorsi d'azzardo e di sfida. Ora l'elaborazione e il controllo della « modalità» - vale a dire di un modo di cono­ scere - sono indubbiamente metodici e riproducono l'idea della globalità e sistematicità della teoria nell'im­ magine di una « coerenza interna». La discussione su contenuto e referente dà forma all'istanza costitutiva dell'autonomia della scienza. « La 52