Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
nato a eseguire presumono la fondatezza di quel pricipio (e nel semiologo-demiurgo la cultura attinente). È escluso che nel penetrare il suo proprio riconoscimento, nel pos sedere il modulo e il potere del segno, Adamo avverta, senza smettere il suo gioco di combinazioni, un'opposi zione (che ci può essere o c'è ed è radicale, irreparabile) tra ciò che significa e le forme - sequenze di suoni, aspetti di cose, lavoro su frammenti della « natura lus sureggi:ante » - con cui significa; è escluso che Adamo dubiti della sua signoria e sospetti che, mentre « smonta e rimonta il 'congegno matto ' » e nomina arbitraria mente tutte le cose, sia la forma significante a possedere lui, a costituirlo come soggetto, ,a travolgerlo in un gioco più profondo, che è escluso, perché il demiurgo non l'ha pensato. Questo Adamo è autore e padmne del- 1'ordine simbolico che continua a costituire: e come soggetto dev',essere Ticonosciuto nel suo dominio di pa role, di pensieri: è questo dominio. H semio1ogo-demiurgo potrebbe fermare i termini estremi del problema che la sua creatura gli rappresenta, ripetendo da Peirce - un'altra autorità della sua mente - che « il segno o la parola che gli uomini usano sono l'uomo stesso » 6 ; ma anche in questo profilo ,recente - e a!llora mancato - la sua creatura continua ad eser i citare il proprio dominio; si identifica nella parola con cui affabula il mondo. Non si può pensare che sia presa nella catena radicale della parola; non si suppone che ci sia un senso da liberare nei nomi che pronuncia, nel poema che compone, nella « sregolatezza di tutti i sensi », che sta praticando; si deve ignorare che ogni elemento significante - voce, colore, graffito, frammento - non si adempie nel signi ficato di cui sembra capace e in cui qui si adempie. C'è un'innocenza da scongiurare, quella che appaia questo eden da laboratorio all'Eden del mito. 49
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