Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976

La macchina è un «modello comunicativo». Su quello che c'è o che manca nella sua costruzione e nella sua attività dobbiamo interr:ogare la teoria. Le cose per noi vanno bene - come s'è cominciato, senza sorpresa e ironia - finché la teoria risponde dei suoi modelli. Una risposta mancata può essere un modo di aprire la discussione su un limite o un'aporia. Parlandone, in qualche modo, proviamo la macchina sulle nostre do­ mande, che, naturalmente, non devono essere così in­ congrue - e, alla lettera, insolenti - da pretendere acqua da un modello comunicativo. Elenchiamo, nell'ordine, gli elementi che e n tirano nel sistema idraulico: fonte, trasmittente, segnale, ca­ nale, segnale, ricettore, messaggio, des1inatairio. L'ordine predica una successione delle fasi del lavoro, dallo stato della fonte alla trasformazione del segnale in messaggio per un destinatario che può essere un apparato mec­ canico capace di «azionare» una risposta: così, tra l'apparato trasmittente e il destinatario, uomo o mec­ canismo, si istituisce il codice, che è appunto «l'artifi­ cio che assicura che un dato segnale elettrico produca un dato messaggio meccanico capace di sollecitare una data risposta» (p. 50). Sul caJITale incombe l'elemento «rumore potenziale»: e, siccome è previsto che un «disturbo elettrico» possa compromettere la «trasmis­ sione dell'informazione» e «alterare la natura del se­ gnale», il tecnico, per contrastare queste possibilità, la­ vora a complicare il codice. Ma il tecnico che si misura sulla funzionalità della ,macchina è un elemento nella rappresentazione della logica del semiologo che costruisce e studia il suo mo­ dello comunicativo. La macchina, infatti, produce una prima esemplificazione del sistema sintattico, di quello semantico, di quello comportamentale, e una tempestiva e versatile diversificazione tra sistemi e codici: questi 39

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