Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976

sulla scena: « La bambinaia di uno dei miei figli diede unaivolta a un bambino qualcosa tra un pasto e l'alt�o, benché le fosse stato esplicitamente detto di non farlo... Senza altro motivo fu immediatamente licenziata» scrive il Dottor Schreber padre nelle :sue memorie, aggiungendo €he da allora non ebbe « ulteriori problemi di errori con alcun'altra donna o bambinaia» (cfr. in Schatzmann, La famiglia che uccide, Feltrinelli, 1974). Al delirio di Schreber sull'evacuazione impedita sub­ dolamente da Dio, si contrappone i , l caso dell'uomo dei lupi:. « Quando entrò in trattamento con me ricorreva già da tempo agli enteroclismi, che si faceva praticare da un domestico; trascorrevano mesi e mesi senza che si producesse una sola evacuazione spontanea... Il pa­ ziente lamentava principalmente che per lui iJ mondo era avvolto da un v-elo, ovvero che egli stesso era :sepa­ rato dal mondo da questo velo. Il velo .s,i squarciava sol­ tanto nel momento in cui, dopo l'enteroclisma, il conte­ nuto intestinale abbandonava l'intestino; allora si sen­ tiva di nuovo a posto e normale». H cerchio delrl'.imma­ ginario tagliato dalla figura del domestico, punto di allacciamento degli anelli del simbolico e del real,e. L'immagine speculare Se lampada, piatto, asciugamano, possono essere le prime parole di quella catena che legherà il'ossessivo, di quel filo tirato nel lenzuolo della sua vita, quel lenzuolo arrotolato e disvolto che contiene-non contiene il cada­ vere del padre di colui che Lacan chiama l' « assassino mancato», lampada asciugamano piatto fanno anche par­ te della filastrocca infantile, del non-sense caro al buon senso della governante, le cui nenie impediscono, come ben sapeva il Dottor Daniel Gottlob Moritz Schreber •già 28

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