Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
della nascita di David, il personaggio del destino sembra qualcun altro e rispetto a David e rispetto alla figura paterna della zia. E sarà proprio la zia in questione, che porta il nome del padre, a indicarlo alla giovane sposa incinta: «Come si chiama la ragazza». «Ma, ve ramente non so se sarà una Tagazza...» «Benedetto il nascituro, non parlavo di lui ora, ma della domestica! »: Peggotty. «I miei primi oggetti sono mia madre e Peggotty». Ma non c'è un unico scambio tra madre e domestica, quello che induce Freud nella autoanalisi a Titenere il ruolo della propria governante tanto importante da occu pare per lui il luogo della scena primaria, o quello che ci mette di fronte al registro bas,so della madre, la re plica ,grottesca della storia, velo sull'incesto e disvela mento viceversa d'una madre-puttana. Quando al con trario in occasione di Timproveri e punizioni «sono le bambinaie e le altre persone di servizio che vengono sostituite dalla più nobile figura materna (cfr. un altro caso «maschile», quello dell'· «uomo dei topi», Un caso di nevrosi ossessiva, 1909, Opere, VI, p. 45 nota) allora il discorso assume un risvolto nuovo. Se di fronte abbia mo una figura nobile, il femminile rimosso è quello dunque della serva punita, e la dialettica servo-signore assume nuove implicazioni. Il padre morto del nascituro David è rappresentato dall'immagine della zia paterna («il personaggio più autorevole della famiglia») e il nome che dal co1loquio tra questa e la madre cade su un piccolo David ancora né bambino né bambina, è il nome del servo, o piuttosto il nome della ·serva: «E' del nome della domestica che si tratta». Nel neutro di das Kleine ,si inscrive iil femmini 1 le come simbolo di un'assenza. Un equivoco. Ma non è l'equivoco il velo pudico o giocoso o ambiguo della perversione? L'equivoco come scambio voluto-non voluto di due contrari. Lo spo stamento come carattere del desiderio. «Quella donna 23
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