Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
Rapire le femministe E' costume ricorrente, sul femminismo, spacciare interpretazioni per informazioni: la paura d'informarsi sul movimento · - la paura di chiedere alla donna, di sapere (( della donna». Ad Alberoni - (( Qualcuno vuole rapire le femministe», Espresso del 10 marzo 1976 - nuovo profeta della totalità, in virtù anche di una sua benevola apertura, in sostanza un sup umore gentile verso l'eterogeneo, l'inclassificabile - da Marchais che depenna la dittatura del proletariato alle femministe, appunto - è stato affidato il compito di ricondurre le · « scomposte» tematiche del movimento di liberazione della donna nell'auro registro degli interlocutori difficili dunque più stimolanti di quella che con patetica pazienza ci si ostina a chiamare la politica organizzata. Ma Alberoni nel suo discorso ignora le femministe e le domande del movimento, e, con ansiosa ma giusta intuizione dei suoi compiti reali, si prodiga a rassicurare i suoi interlocutori, cioè i (( politici organizzati ». Il suo scritto ri,ncorre ossessivamente il fantasma di una leader ship femminista ignorando, dimenticando o non si sa, che il femminismo nasce o quanto meno prende corpo contemporaneamente alla constatazione della impratica bilità delle formazioni politiche - istituzionali e no - organizzate all'ombra di una leadership. 183
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