Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
Nostalgia di passaggio* Ciò che segue mi è stato suggerito da un incont·ro, qualcosa di movimentato ed antico, l'incontro tra uno sguardo e una voce. La voce ha dettato l'immagine che il titolo del seminario di questa •sera propone {11 muro del l i !nguaggio) e lo sguardo è venuto, nella figura del «suo» oggetto, ad alterarlo. La figura dell'oggetto dello sguardo funziona per me come un non-detto - nella figura dell'oggetto che la voce enuncia. Lungo il desiderio che porcorre la scrittura in atto, non posso tuttavia non domandarmi che dimensioni abbia « questo» muro. Se siano così gigantesche « da farlo sembrare infinito» e di conseguenza incomprensibile, poiché l'infinito, estensione massima, è per definizione incomprensibile (indicibile). Ma se comprendere l'infinito è impensabile, ciò non vuol dire che -l'infinito non ci dia da pensare... o per essere più precisi. l'infinito ci pensa. Sembra dunque « ovvio» ,dedurre che la figuTa che il titolo ci propone, perché detta, non può essere * Intervento al seminario della « Pratica freudiana» su Il muro del linguaggio, del 15.12.1975. 174
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