Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
che cosa nelle nostre «abitudini» tracciamo il disegno che ravviveremo con i nostri colori, su che cosa poniamo la 1inea se non su questo muro bianco? Ciò che qui è detto deH'abbagliamento superbo è che esso non fa ne cessariamente né muro né fondo. Che niente si posa su di lui, foss'anche metaforkamente, ·senza trattarlo, e, trattandolo, fare apparire le proprie linee capaci di im pegnare l'o.I'dinamento dei colori. Il bianco, il nero e il fango (miscuglio di ogni tipo ,di colore) interrogano H rapporto di un artista a ciò ch'egli chiama il colore e che non è ahro che }a sua capacità di trattare dell'abba gliaimento di questo accecamento «bianco». Il rapporto del disegno, della linea al colore cambia completamente prendendo la rnzionaHtà là dov'essa ·era fino ad · allora abbandonata alla metafisica. Leggerò l'insieme in diversi momenti: rapporto al colore - disegno del colore trat tato, mediante il bianco, nel rapporto del colore alla somma dei colori o rapporto del disegno del colore in un certo rapporto al trattamento del bianco - tratta mento che fa linea e dà senso al disegno dei colori. La linea nascerà quindi più o meno evidente dal trattamento delle « qualità» del bianco, essa coprirà di una rete uno spazio fluido senza fondo; tratterà per spessori e traspa renze, d'incontro, le accumulazioni di colori che il bianco rappresenta e qui ricopre. E nella logica che la lavora, essa riprenderà sotto nuova forma la questione della sua messa in circolazione come oggetto, quadro. Questo tanto nel rapporto del dipinto al non dipinto (del tratta mento ad angolo della funzione dei colori), che nell'ac centuazione delle capacità tecniche del materiale, che nell'apparente, e insistente banalità analitica dei «moti vi». Qualcosa qui si gioca al tempo stesso della storia recente della pitturn moderna e del nostro rapporto a una cultura che si sta facendo, qualcosa ci è proposto che ci permette di giocare delle possibili stratificazioni della disposizione volumetrica di questa cultura, diciamo 168
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