Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
su tutto l'insieme, anche -se non viene trattato che questo punto, nella misura in cui ciò che viene trattato è pro prio fa questione massi:ocia dell'unità ma senza che per questo faccia mai corpus, unità. In altre parole, l'effetto del • sintomo Duchamp, Manzoni, Warhol può senz'altro accentuare, o perfino trattare al -suo posto, ciò che in altri posti avrebbe potuto già trattare Giorgione; si tratta di una certa visione retroattiva, di un contrattempo, per fettamente contemporaneo. Ma ciò che accentuerà, trat terà Giorgione e la contemporaneità del contrattempo è altrove. Ovunque altrove, ossia certo anche qui, ma di stribuito in altro modo. Di questo gioco di influenze e di distribuzione attiva attraverso un volume storico (da Rembrand� a de Kooning per esempio), ho scelto di met tere in evidenza lo scarto più grande possibile secondo me �Giorgione-Manzoni), ma non c'è dubbio che si po trebbe ritrovare questo stesso scarto attraverso degli esempi più astratti, addirittura ·percorrere tutta fa catena degli effetti vicini fino allo scarto più piccolo sempre in processo: volume (culturale), stratificazione semantica stabilita in un processo allo stesso tempo storico e tran storico nelle molteplici forme di puntuazione dell'in conscio. Lì, in quella cavità profonda, già dipinta (La scaux), dove da sempre cominciamo a sfociare. -Cultura dunque, movimento •della storia, ci siete, in un processo infinito che si pensa solo della diffrazione del,l'istante colorato, puntuale e ,della storia. La pratica e la s_ua interpretazione O della cultura moderna attraverso la pratica. Se ho scelto di anteporre a queste riflessioni un titolo (De pictura) e un esergo di Alberti, cioè di situare ciò che mi interroga nella pittura moderna rispetto al movi mento razionale e scientifico che nella nostra cultura 162
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