Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
lussurioso diviene puro (Timone?); !l'avaro getta l'oro a manciate dalla finest-ra (Shylock?) ... ». Ne1la divisione sociale del lavoro dei corpi, al poeta è toccato di parlare; la parola è dove il poeta si produce e oggettiva; il suo lavoro dunque, work of words. Ma che lavoro fa il linguaggio quando è poesia? Come avviene lia metamorfosi? Ci dicono: ila parola in poesia mostra il suo corpo: è materia lità, texture, prevalenza della direzione centripeta (oh, il naJ:1cisismo del poeta!); è suono, è carne viva (oh, ,l'ero tismo del poeta!) 23 • La parola in poesia è scarto sistematico e delibe rato delle leggi, necessarie, economiche, del linguaggio. Il verso - l'artificio più appariscente in cui la poesia evidenzia il suo essere altro dalla prosa - è spreco. Inquadrato dai grandi margini bianchi del silenzio, con tro l'economia di una scrittura che ut�lizza tutta la pa gina, il verso è lµsso, eccesso di investimento libidinale. Il verso è anche frottement peccaminoso: la serie ritmica del vepso costringe infatti le parole a una conti guità imbarazzante, a una vicinanza coatta e insidiosa - perché come ogni esperienza erotica reale può produrre perdita di identità, o ,l'acquisizione per mimesi, od osmosi, di nuovo senso. Un nuovo senso che drammati camente non può durare oltre l'incontro. Tolti all'ab braccio, che si realizza solo in quel contesto, i protago nisti si ritrovano di nuovo impoveriti, con la loro misera dote di vocabolario. La parola in poesia fa strani giochi; giochi di ri chiamo (la rima), di allusione (assonanza, al l itterazio ne, ecc.), di rimpiattino, e altre consimili civetterie. Non furono, del resto, i primi suoni verbali articolazioni _ del . desiderio? Suoni emessi per invitare iil compagno, o la compagna, all'accoppiamento? 24 • La particolare danza . degli organi della parola induce sensazioni tattili nella 129
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