Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
categorie del diverso, della perversione, del pudore («il comune sentimento del pudore» è formula prediletta da ogni autorità censoria) continua a strutturare la società cosiddetta permissiva: tale distruzione, che era il com pito di Sade, minaccia l'esistenza stessa della ,società, l'ordine retorico dei discorsi che vi dominano. L'opera zione abbozzata da Robbe-GriHet nei testi letterari e cine matografici citati, disegna, a mio avviso, il passaggio dell'erotismo - che è essen:zfralmente atto di locuzione: non solo, s'intende, quando raccontato o rappresentato, ma soprattutto quando agito - dalla sfera dell'imma ginario a una catena di simboli che «arma»; per ricor rere a un termine di carpenteria, il reale. Dico qui «im maginario» fuori dallo stl'etto significato tecnico, . nel valore che gli attribuisoe per esempio Barthes, di regno fantasmatico del «m�i», momento dello specchio, luogo degli idola legati alla persona ossia alla maschera. In altri temini, è il passaggio dall'autobiografia, che si scrive con lo sperma e con l'io, al testo, che , si . scrive da solo come svolgimento autonomo. Questo taglio dentro il codice dell'immaginario isola i segni pornografici, li fa derivare attraverso il corpo della collettività fino a determinare un altro ordine di discorso. La deriva dei segni, allo stesso modo del pas saggio della letteratura (ossia: della Lettera), provoca la rimessa in gioco di tutta la situazione. Del resto: «la rivoluzione stessa è un gioco». Non si tratta di proporre un'ennesima estetica (ripotesi Tipugnante) e neppure di prescrivere, a stretto rigore, uno strumento di lotta po litica; semplicemente si allude a una pratica operativa. Una grammatica, al limite? Dopo il congiurato, il dina mitardo, il poeta romantico, lo yoghi e il commissario, il grammatico, insieme con !',analista, è forse l'avatar meno improbabile del rivoluzionario. Giuliano Gramigna 105
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