Il piccolo Hans - anno II - n. 8 - ott.-dic. 1975
Queillo che Solovev chiama « massa di favoro speso» altro, infatti, non è se non la giornata lavorativa sociale (cfr. KAP, II, 2, 85: « ... Sebbene la giornata lavorativa sociale, cioè il lavoro speso durante l'intero anno dal l'intera classe operaia...»), o - per utilizzare anche la terminologia dei Grundrisse - la quantità di « lavoro aggregato » 8 , che risulta, sic et simpliciter, dallla molti plicazione della singola giornata lavorativa (F) per il numero delle «giornate lavorative simultanee» (C): « Il lavoro che viene messo in movimento giorno per giorno dal capitale complessivo di una società, - pre cisa ulteriormente Marx in KAP, I, 1, 336 - può essere considerato un'unica giornata lavorativa. Se, per es., il nume:ro degli operai è di un milione e se la giornata lavorativa media di un operaio è di dieci ore, la giornata lavorativa sociale sarà di dieci milioni di ore». Con ciò, naturalmente, non si vuole misconoscere l'in fluenza esercitata dalla crescente intensità del lavoro srulla forza produttiva (alias: produttività) del lavoro me desimo 9 , ma rammentare semplicemente (a chi lo avesse, in certo qual modo, dimenticato) che il'intensiità del ,la voro, lungi dal figurare « sullo stesso piano » della forza produttiva del lavoro, rientra piuttosto in quella nebu losa congerie di elemeil!ti disparati, che sconfina visibil menne nel campo semantico delile cosiddette « forze pro duttive materiali» (o - 'se si vuole - delle « forze di lavoro sociali») e che, costituendo la copia esatta della costellazione dei « fattori» determinanti dello « sviluppo delle forze produttive del lavoro», acquista il nome di «forza» solo « per abusum » e in grazia di un arbitrario traslato sinestetico-metonimico 10• Capo 3 ° Forrunatamente per il «fantasma», la « cac cia» di A.V. Solovev non è una « caccia selvaggia», ma una moderata, storpia « caccia furtiva e salmodiante»... Lo dimostra il fatto che il nostro teorico del vecchio e 9
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