Il piccolo Hans - anno II - n. 8 - ott.-dic. 1975
In altre parole, Pi = P -1, cioè la produttività del la voro viene determinata, in definitiva, da due fattori: dalla forza produttiva del 1avoro e dall'intensità del la voro. Pertanto ila formula (4) può essere espressa nel seguente modo: M p = C-F·P1 Di conseguenza, la produttività del lavoro è una cate goria, per la sua estensione, più ampia di quella di forza p.I'oduttiva del lavo!'o» 7 • Vecchio cane inferna:le, esci subito dal tuo abisso matematico e confessa quanto esso sia profondo! Il fumo che vomiti dalle tue fauci vorrebbe farci credere che parli dal ventre della terra. Ma donde viene, in realtà, tutto ciò che, senza a,loun ritegno, sputi fuori? Non appena la meraviglia suscitata da questi alge brici paludamenti comincia ad aguzzare la nostra rifles sione, si trova infatti che entrambe le formule (2 ) e (6), da cui derivano la (8) e la (9) rinviano direttamente alla formula (3), secondo cui M1, ossia la quantità (o massa) di lavoro applicato (o «speso», cfr. la pag. 10 del testo di Solovev) è, a sua volta, definita dalle se guenti grandezze: M1 = C-F-1 dove: C = numero di operai ; F = fondo medio individuale di tempo lavorativo per ciascun operaio (grandezza estensiva del lavoro) ; I = intensità del lavoro. E qui sarebbe proprio il caso di prorompere in un «pudenda origo! », poiché non «vedendo» che Marx non include mai l'intensità del lavoro ( I ) tra le gran dezze ( puramente ·estensive) di oui è funzione l'unità di tempo impiegato nell'economia («economie time» ) da una data società, l'alacre segugio di Solovev non «vede», per così dire, J'elefante... 8
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