Il piccolo Hans - anno II - n. 8 - ott.-dic. 1975
prevaricante aggressività di Werdender Mensch, per esplo der.gli contro « la granata del suo cuore bruciante», che il monomaniaco capitano Achab insegue, sul muto Nulla del mare, il bianco fantasma di Moby Dick. Analogamente, ci deve essere un motivo recondito e forse ignoto allo stesso Solavev per cui 1e orecchie del suo « 1segugio» si rifiutano di ascoltare il canto di sirena degli « antintensificatori» o, più precisamente, di co loro che vorrebbero istituire « una qualche intensità normale del lavoro» (pag. 33). « Nel migliore dei casi - sta scritto, inter alia, a pag. 17 di « Produttività e socialismo » - un livella mento della intensità del lavoro non darà alcun dsultato pratico e nel peggiore porterà ad una contrazione della produttività del lavoro». Ma è seriamente « compartecipa!bile» questa enfatiz zazione della produttività del lavoro? O non ammicca, invece, qua:khe interesse assai meno « virtuoso» dietro lo schermo di questa ambigua preoccupazione per una « crescita non equilibrata» dell'intensità del lavoro, in tesa come « uno dei mezzi per aumentare la massa dei beni materiali prodotti nella comunità» (pa:g. 25)? « In un paese dato - osserva Marx in KAP, I, 2, 280 e 240 - solo un grado di intensità che sia al di sopra della media nazionale cambia la misura del valore me diante la semplice durata del tempo di lavoro... Se l'in tensità del lavoro aumentasse contemporaneamente e uni formemente in tutti i rami d'industria, il nuovo grado di intensità più elevato diventerebbe il grado sociale normale e -comune e cesserebbe con ciò di contare come grandezza estensiva»; ovverossia - aggiungeremo noi - cesserebbe di contare come misura del va.Jore, poiché solo 1a grandezza estensiva di un lavoro socialmente necessario, compiuto al grado so c iale medio di abilità e di intensità, « conta come creatore di valore» 16• Di fatto, anche se l'intensificazione del lavoro com- 14
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