Il piccolo Hans - anno II - n. 8 - ott.-dic. 1975

2) L'aumento (o sviluppo) della FP, stricto sensu, coincide invece con le prime due combinazioni sopra incolonnate (e soprattutto C()IIl la z a !), ossia equivale ad un mutamento nel processo lavorativo per il quale «una minor quantità (oppure: la stessa quantità) di lavoro acquista fa forza di produrre una maggior quantità di valori d'uso» e l'intera società produce di più in meno tempo. 3) Non S()IIlO rari i casi in cui si considera tautolo­ gico il fatto che ad una «forza produttiva del •lavoro» crescente corrisponda un crescente risparmio di tempo di lavoro e di lavoro vivo. Emerge, invece, dal precedente e inoppugnabile schizzo combinatorio che la FPL può benissimo aumentare senza tradu11si contemporaneamente in un'autentica «economia di tempo» - come accade, ad es., in condizioni capi­ talistiche in cui, finché resta valida fa legge secondo la quale il plus-valore non deriva daHe forze-lavoro sosti­ tuite àal capitalista con ,le macchine, ma dalle forze­ lavoro che egli impiega per il loro funzionamento 11, è giocoforza a) che l'aumento «ottimale» della FPL (per l'intera formazione economico�sociale capitalistica) corri­ sponda normalmente alla 5 a combinazione (dove l'aumen­ to dei valori d'uso è maggiore - o anche uguale - al- 1'aumento del tempo d i lavoro: Ua;): Ta); e b) che il c.d. risparmio del tempo di lavoro non si identifichi, di conseguenza, con l'aumento del tempo libero dedicato allo sviluppo pieno (onnilaterale) di tutti gli individui 12• Il risparmio del lavoro vivo 13 sembra dunque co1sti­ tuire ,la «caraU:eri , stica essenziale» non tanto dello SFPL lato sensu, quanto piuttosto di ciò che Marx ha « criti­ camente» definito «sviluppo assoluto delle FPL». Da un punto di vista «superiore» (o «critico» lo SFPL può infatti manifestarsi generailmente in due for­ me: come «sviluppo relativo delle FPL» (sRfpl), - cor­ rispondente all'«economia di tempo relativa» (eRt),

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