Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

Seguiamo la logica della finzione. L' _ ambizione è il racconto preciso dei fatti, il colore della scrittura è quello di « Famiglia cristiana»: il colore dei fattì, che dice tutto: così è e così sia. L'evidenza immediata, come ideologia, sopprime ogni strumento di analisi. A questo punto l'ana­ lisi dei fatti è già nei fatti. « Famiglia cristiana » ma an­ che «L'Espresso» con la sua formula ' indovinata' della cronaca-verità. Qui la storia è commedia: facciamo vedere i grandi uomini politici. Sarà ogni volta il racconto del_ cameriere del grand'uomo. « Fuori l'autore» è u, n appa­ rente demistificazione: chiedere un responsabile rientra nelle invenzioni del commediante. Forse, nella pubblici­ stica borghese, tutto è cominciato da Giannini con L'uo­ mo qualunque. Ora l'« Uomo» è tutto a portata di mano: la psicologizzazione della storia passa attraverso la « co­ moediae persona»: l'antifascismo diviene una performan­ ce sul copione. Rimozione della scrittura, ideologia della presenza, della trasparenza (l'essente come reale): cronaca politica - cronaca nera - cronacçr. rosa. L'evento è divenuto spettacolo: l'occhio viene cattu­ rato (e con esso il lettore del giornale) nella messa in scena . Scompaion0 contemporaneamente, regista e mac­ china teatrale, entrambi dietro Ze quinte. Rimangono i « personaggi»: il fascista, come si diceva, il carabiniere, la vittima. La provocazione, nel rapporto tra lo spetta­ colo e l'occhio, è al sentzmento: l'antifascismo è soltanto rifiuto del fascista, lo sdegno attraversa il carabiniere per divenire discorso sulla violenza in generale, mentre nei confronti della vittima l'orizzonte è chiuso nella com­ passione. Tra esecrazione e compassione il discòrso è già tutto detto, incasellato nelle leggi della sua retorica. Lo spettacolo prodotto-riprodotto dalla stampa ha una spe­ cifica funzione politica; esorcizza, in quanto chiacchiera, ripetitività del sapere del male, la possibilità di una co­ noscenza vera. Alla critica di classe si sostituisce la «Critica» come rappresentazione del «Male». Un di- 81

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