Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

Pubblichiamo una nota dei compagni di lavoro di Gior­ gio Cesarano: Il <<suicidio>> di Giorgio Cesarano « La guerra è il pervertimento della guerra. Il problema non è nella guerra ma nel pervertimento. E il pervertimento è l.ina repressione; la guerra è pervertimento del sesso, è energia fatta schiava. La guerra è ciò che tocca al debole all'impotente, perché possa almeno essere toccato dalla forma in­ fima della vio1enza, o come la morte a chi fugge dal campo di battaglia... Si tratta allora non di abolire la guerra, ma di trovare la guerra vera: il vero fuoco: « Aprite il cuore nascosto in guene di reciproca benevolenza, guerre d'amore». Norman Brown: Commento a Blake, in « Corpo d'amore». Quel che è accaduto a Giorgio Cesarano non è un « suicidio » nel senso corrente del termine. Molti che co­ noscevano , le cose che aveva scritto, le scelte irrevocabili che aveva fatto potranno pensare che la sua morte sia venuta :a contraddirle totalmente, ma non è così. I com­ pagni che hanno fatto con 1lui queste scelte e con lui ne hanno condiviso l'elaborazione teorica devono prendere atto deHa sua scomparsa come di una tremenda ,scon­ fitta. Ma se per loro non può non essere una sconfitta, non si tratta però di UJna vittoria del capitale. La sua morte è :avv e nuta su un terreno che è que1lo della 1 « vera guer,ra », non su quello delile guerre filttizie e spetitac01lalri ormai totalmente gestite dal nichilismo dello Stato. G. Cesarano aveva definitivamente tagliato ogni rapporto con quanto in lui si era prodotto storicamente come do- 76

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