Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
Metacritica di una lunga fedeltà e delle armi La certezza che Gianfranco Contini consegna alla raccolta dei suoi scritti su Montale 1 compendia una storia - forse rnel concluderila o da un suo termine provvisorio. Possiede una complessità dell2_ specie che si ascrive a una coscienza o a un lavoro: vale come dedizione e persuasione di una critica. Dobbiamo ripe tere, secondo l'ordine del «volumetto», la fedeltà (que sta è la certezza) in alcuni momenti, considerarfa in forme e · caratteri diversi - poiché il critico è fedele a più immagini e in diversi comportamenti. Nell'enunciato l'accento cade sulla fedeltà al poeta: e l'attributo - una lunga fedeltà - provvede ail signi ficato il'eventualità di un bilancio: quarant'anni di fami liarità - stando alle date dei testi - esaltano l'attitu dine dello studioso, se non i meriti ddl'amico. Ma il libro è anche la vicenda della fedeltà del critico alla sua lettura. E il bilancio di quest'ahra attitudine (della fedeltà) non è eventuale: si può leggere, in segni di interpretazione (e di «razionalizzazione»), in più luoghi: nell'anticipazione di una « position de thèses » (in cui si legga solo la proposta di un «lemma») o, secondo un'esemplare consuetudine recensoria, nelle fasi avanzate e oltre le iterazioni della «ricerca analitica». Nel saggio sul terzo libro di Montale la fedeltà alla lettura si prova 43
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