Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

la corda del tragico, non più tentata dopo Fratelli d'Italia? 3. Condudendo, OOIIDe lin ogni bravo saggetto scolas;tico: mi è capitato di affermar:e in precedenza -che Arbasino non ha di , vezioni precise, e mi si passi oome una legge-. rezza. Tra l'altro, le sue prefevenze leuerarie, i suoi Numi Moderni (da... Nietzsche! a Jarry ai dada-surrealisti) bastano a smentirlo. Ma oerto si può di:re a cuor 1leggero che non ha obiettivi: nel senso che la ,sua Eterna Pas­ sione per le avanguardi,e storiche conosce solo lo. svuo­ tamento «tecnico» di quelle esperi-enze, e a differenza degli adorati formalisti egli non ha utilizzato che le «forme » -loro, escludendone le ragioni profonde che le sostanziarono, e che in primo luogo furono ragioni di odio, di rifiuto e di antagonismo verso i Valori del­ l'universo borghese. Per questo la straovdinaria (e per me, malgrado tutto, affascinante operosità di Arbasino si pvesenta sempve di più come un plastico di mir.abile fattura, che copra, fino a nasconderla, una geologia pro­ fonda. Scrive Kraus, appunto, cinicamente: «In prin­ cipio era la Stampa, -e dopo apparve i-1 Mondo». Ma scriv-e anche: «E' mio dovere mettere la mia epoca fra vi , rgolette, pevché so che soltanto essa ,stessa può espri­ mere 1a sua indicibi1 le infamia». Marzo 1975. Mario Lunetta

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