Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
Il Reale e l'Immaginario - Note sulla persecuzione in J. J. Rousseau Sarebbe ingannevole prendere alla lettera il « silenzio spaventoso, orribile» dei Dialoghi, senza riflettere sul fatto che Rousseau l'ha prorocato triasforimando la pa rola, da ,segno tetico di una verità di cui l'ahro irrime diabilmente si appropria stravolgendola, in una scrittura che produce il senso su una scena, che è appunto i,l si lenzio dell'altro, dove :il senso si autogenera all'infinito rifiutando di darsi. Il « tutto dire» ddle Confessioni ha precisamente il significato di dke esattamente tutto, fino al punto di un eccesso del dicibi1e, di un plus-valore del possibile che è l'imposs.ibiile in-sensato poiché non circoscrivibile e non fissabile dall'ascoltatore. J.l movimento delle Confessioni va dunque da una verità che in quanto verità ,logica è indicibile, all'indi cibile della verità, a1l'impossibile che in quanto trascen dimento ,di una possibile verità ,raziona!le pone la ste s sa come logica ed eterologioa insieme. Se la possibi1le verità del soggetto logico e razionale (il , ragazzo governato sempre daHa ragione) ha mancato l'atto di darsi come unica (la verità di Rousseau non è quella dei signori Lambercier e non è nemmeno quella di Marion) mostrando in ultima analiisi l'impossibilità di darsi, non ,rimaneva a Rousseau che giuocarla dandola 298
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