Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
denaro, sentirsi « valorizzati » in altro: è i,l tentativo di rendere rigoroso e analitico l'itinerario dentro al capitale che è ogni film; e in questo consumo gi,ocato da tutti (oltre gli attori), nella decisione calcolata del deplacement del denaro si intravvedono 11e strutture nascoste emer gere, sapute e non sapute insieme, nel,l'incertezza che producono e nell'isteria cui obbligano. Il film sulla trasformazione /Verwandlung/ della so cietà borghese e dei suoi valori in valore/capitale, si sposta poco a poco (senza d'altronde perdere il suo senso inizia-le) verso il priincipio del travestimento; tutti i corpi attore producono questo principio stesso, scelgono inti mamente il loro vesti 1 to-maschera: esso diventa /è/ il personaggio chiave, l'assassino di Hitchcock, oggetto di maggior investimento, ripetizione ossessiva del testo stes so (une dentelle, dentelile...): petit-objet-a attraverso cui sostenere, e con vitalità critica, iil reale da cui si è partiti, l'Autre rilkiano Die Modrstin, nelila s1..i,a lucci.da deter minatezza. Intorno, le funzioni culturali (non citazioni!) quali la Kammersymphonie I di A. Schoenberg, l'architettura della Vienna�Sezession, la dura polemica di A. Loos contro l'ornamento, e altri topoi sfiorati, sono funzioni dell'im maginario, sue ramificazioni, · specchi attraverso cui pro durre La critica, mostrare il paradosso, toccare ila mate riali,tà�reale del film. Fino a che l'azione intera si espliciti, si compia semphce, permetta una trasgressione /l'abito 1910 con cuii affrontare ed a,ttaccare i , l lavoro in un ma gazzino Standa 1975/ che si dà come fascinazione del film, continuità, sua (inesistente) naturalità. Ellis Danda
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