Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
pere il saputo, ma contraddire il saputo, dissocultarne la >rimozione, allargare il margine di scrittura fino a rendere fluido il geroglifico. Non spegnere ila contraddizione, ·ma evocarla. Non imbalsamare la contraddizione, ma dialettizza · rla. Perché il saputo cessi di essere puramente e sempli- cemente saputo, perché l'impossibile cessi di essere pura mente e semphcemente impossibile, pevché nulla ci ras sicuri salvo 1'1a:tto della trasformazione, il'alchimia rivo luzionaria della finzione che decapita il feticcio. Non il desiderio, ma il vuoto del desiderio come materia dialettica. Materia non ipostatizzata nel sovra sensibile dell'ideologia, ma tuffata nel fondo della sua lunga storia di segregazione rimozione e condanna per essere nuovamente esemplificata come la parola del Bei-Spie! brechtiano, la parola della trasgressione e della metamorfosi, la parola del non-detto. Esemplificare è per noi dire e contraddire, sollevare le ceneri dell':ideologia e disperderle nella fiamma della finzione: esemplificare non è una sutura, ma un taglio: non è cucire la ila:cerazione, ma dilatarne il flusso inuno bihzzante. Esemplificare è di,sarticolare il fantoccio uma rristico per costringerlo a camminare senza la .stampella logocratica e senza le bretelle dello storicismo assolutorio. Ma chi può camminare così? Non certo più un fantoccio. Neppure più un fantasma monoculare. Forse qualcuno che è ancora metà pesce e metà uomo? O forse un Prometeo che ,sia divenuto roccia e che torni ad essere generato dalla roccia perché l'artiglio dell'aquila non lo uccide più? Non certo un so1ita:rio, ma indubbiamente uno che sa come l'uomo non si umanizza uscendo dalla massa, bensì entrando nel corpo e nella materia della massa (Brecht). f.m.
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