Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

delle sue contraddizioni. Al di fuori di questa consape­ volezza si restaura i•l ruolo, si rigenera fa funzione, si ricompone l'identità sociale dell'autore nella società del capitale. Una restaurazione senza potere, un'i1lusoria sopravvivenza. 6. Ques,to ruolo rigenerato proprio entro il rito di morte dell'autore è la permanenza di ililusione, H trirn­ oeramento ultimo, la risposta corporativa ad un pro­ cesso che nella morte dell'autore celebra la morte del soggetto. L'autore muore non solo perché partecipa della morve del soggetto nel processo di produzione, ma anche perché la scrittura lo ha « trascritto » in un universo dove il conflitto tra pulsioni e oultura si presenta come linguaggio. La produzione di merci e la produzione di simboli non sono due piani separati della produzione in generale, ma partecipano dello snesso modo di pro­ duzione capitalistico: la pratica produttiva dei! testo fa dell'autore un elemento - forza-lavoro, sistemi di sim­ bolizzazione, rimozione, interdizione - nel proces,so di produzione di merci. Tuttavia la funzione-autore permane come strumento di classificazione; principio di unità di una certa scrit­ tura; luogo dove si rinviano; in attesa di scioglimento, l ,e contraddizioni tra un certo numero di testi; immagine incombente sul testo che di continuo suggerisce -spiega­ zioni, offoe chiavi di lettura, ·stende reti di coinvolgi­ mento; biografia che intriga i 1 l lettore in relazioni ambi­ valenti; criterio di omogeneità o di filiazione o di oppo­ sizione tra i testi; infine categoria che giuoca tutte le figure e le pratiche della filologia e della storiogrnfia dall'attribuzione, al,l' anonimo, all'apocrifo. lil nome d'au­ tore, secondo Foucault, s'aggira al limite dei testi, ne conforma e segue le ,aspriezze. I criteri per ricost , ruire, determinare e fabbricare dall'interno dei testi la fun­ zione�autore sono ancora, s· econdo Foucault, i quattro 273

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