Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
la ,sua ragione e il suo pote-re fuori della scena, nella materialità dei rapporti sociali, non nel l a loro rappre senta�ione letteraria. L'equivalenza tra sonno e morte .che è in molti dialoghi non è quella evangelica che aH'affermazione « non è morto, dorme», fa seguire la :r,esurrezione di Lazzaro, ma è tutta espressa nel,l'esola mazione di Triistano: « Invidio i morti, e solamente con loro mi cambierei». L'intenso e disperart:o dialogare delle Operette pratiica la critica come negazione radicale del mondo, di questo mondo, fino all'abisso e al silenzio, come in una modulazione del Cantico del gallo silvestre è detto: « Se il sonno dei mortali fosse perpetuo, ed una cosa medesima colla vita; se ,sotto l'astro diurno, languendo per la t,erra in profondissima quiete tutti i viventi, non apparisse opera alcuna; non muggirto di buoi per li prati, né strepito di fiere per le foreste, né canto di uccelli per l'aria, né sussurro d'api o ,di farfalle , scorres,se per la campagna; non voce, non moto alcuno se non delle acque, del vento e delle tempeste, sorgesse per alcuna banda; certo l'universo sarebbe inutile; ma forse che vi si troverebbe o copia minore di felicità, o più di miseria, che oggi non vi si trova?». E' nella ITJ\e diìtazione materialistica sulla morte che nasce tuttavia · 1 a critica leopardiana della società di , seguale: in questa contraddizione è la forza e la singolarità del suo mate riahsmo nichilista. Il discorso della letteratura sul.Ja morte è dunque luogo di trasgressione, metalinguaggio che genera la critica. E' un sintomo, dicevamo, della morte dell'autore. Alla divagazione sui due testi materialisti leopardiani patrebbero seguire le citazioni dalile reveries di Bache lard sul contenuto di morte dell'immaginazione dei poeti, sulle figure di Narciso e -di Ofelia e di Caronte e del Cigno: le immagini dell'acqua non dicono solo la con templazione e la paura e il patto con la morte, ma\ 269
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