Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

perseguire il padre (persequi) i,1 quale, incapace di so- 1stener n e la rivahtà, non può che riportare la sequenza al suo punto zero, nel turbine di due agitazioni estreme, nell'annegamento tra due acque. Facendosi persecutore è la sua pelle e il suo godimento di figlio che egli pro­ tegge pur invocando al contempo, per l'efficacia della sua difesa e dei suoi attacchi, H luogo sacro, l'Altare donde può prelevare una pamla che pr;enda diretta­ mente .effetto nel corpo sacrificato-scambiato. Il 1 legame tra questo luogo terribile dove il padre può prelevare la maledizione ,e il profitto che ne trae per il suo particolare godimento, questo legame fa parte di una lunga catena ricorrente, in cui l'estremo attacca­ mento alla madre-fallica-incestuosa si sdoppia del terrore che gli inspira, per le stesse ragioni, il padre (infatti su ciò nessun dubbio: il padre continua una stirpe di maledittori). E', insomma, quel che disegna per il figlio­ padre i ,grandi tratti di un'omosessualità che da rimossa diviene paranoica per i meccanismi ben noti della gelosia proiettiva e poi delirante. Il meccanismo a specchio con­ cavo sopra schizzato, imposta le condiziorri del prooesso e della « cacciata» come pure b conve:risione proiettiva del desiderio del padre in maledizione sacra. In quali punti tutto ciò si articolerebbe con lo spazio del discorso biblico? Qui si riaprie la questione del Dio­ Uno, della dialettica che egli intrattiene con la « sua» tribù limite e plurale, della topologia del suo desiderio e del posto della terra-madre-promessa nell'inte:risogget­ tività in cui egli entra con i suoi affiliati. Questione che è tutto un programma, inclusivo di ciò che una filiera di civilizzazione storica e psicopatologica vi si trova programmata. Qui non ne parleremo. Daniel Sibony 261

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