Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

di un corridoio sperduto tra due torrette di questo caste1lo scientifico 1 , mi rende più insistente un altro la­ vorn, o piuttosto un altro servizio pubblico della 1'ettera, quelilo del «discorso scientifico»; è che proprio qui, ai miei inizi come matematico, animavo il gioco strana­ mente fecondo della lettera morta, di cui si gode in tutta quiete e «innocenza», gioco vacante, di un vuoto est!'emo e rigoroso, da1le combinazioni sicure e sor­ prendenti. E quelle ,leuere svuotate �è proprio questo a I'enderle atte agli incontri stupiti) hanno un rapporto limpido con l'inganno: ci si può ingannare nella loro combina­ toria, ma esse non ci possono ingannare essendo inca­ paci della minima finzion _ e; e, in ogni caso, proprio l'ingannarci senza inganno è al di fuori della foro portata 2 • Ora, è per l'appunto a questa tentazione.« diabolica» che la topologia letterale del desiderio non resiste, e sin­ golarmente quando questo desiderio - presa matriciale della lettera sui corpo - :s'incaglia, si complica delile follie e «calamità» della scrittura, giacché qui la posta è assoluta (niente meno che il sogno d'inscrivere il rnpporto sessuale), l'ililuisione devastante, gi esiti «im­ possibili» e indefinitamente aperti. Quindi non vi stupirete se ho scelto, per farvi sentire questo passaggio caotico da una pratica della _ lettera a un'altra, H testo di un poeta, Kafka, che s'è consumato sulla scrittura, che s'è fatto calamo scrivente, «pezzo di legno» giubilante, animato, disperato di scrittura, ma che ha aperto - lapsus calami di un'altra scrittura, ori­ ginariamente rimossa - alcune «uscite» di cui accade che fos _ sero fedeli ai ritmi della storia che esse prece-devano �esiti dunque che danno 1 su impasses consi­ stenti). Questo incontro deHe invenzioni poetiche con l'avvenimento della storia, questo accordo di ritmo e di 218

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