Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

done radicalmente l'andamento critico sistematico che aveva· in Marx,» (op. cit. p. 272). La posizione problematica assunta dal Luporini e riccamente fornita di materiaJle di analisi, assume un ruolo fra la cr.itica storicistica e umanistico-fenomeno­ logica predominante in Italia, da una parte, e il disc o rso di Althusser, dall'altra, operando una « selezione» del­ l'ambito del discorso althusseriano e quasi una media­ zione. In questo senso si può 1leggere quanto egli osser­ vava a proposito del problema della processualità: « ... Si deve dire che il Capitale è tutto sincronico; (...) cioè non è possibile il passaggio dalle forme più semplici alle più complesse se non via via includendo, in certi punti determinati necessari, tranches storiche, che me­ glio che 'diacroniche ' si dovrebbero dire 'genetiche ' (per ,la funzione a cui adempiono), nel senso proprio o storico della parola» (op. cit. p. 157). Dove, le tranches genetiche e la funzione attribuita alla « nozione scienti­ fica di formazione economico-sociale» nelilo stesso sag­ gio, non mancano di far pensare a quello che Althusser critica come un tentativo di mantenere la concezione di un tempo storico continuo-omogeneo nella distinzione di sincronico e diacronico, e del loro punto di intersezione nel presente diacronico di una « coupe d'essence» (cfr.: Althusser, « L'oggetto del capitale», op. cit. pp. 116-118). Si tratta per Luporini, pur nell'assunzione della logica .?trutturale, di una concezione della temporalità in cui il presente (tranches - coupes sia pure in ordine dia­ cronico) suppone ancora l'esistenza della categoria onto­ logica: il presente che si riflette nella presenza del con­ cetto a sé. La mediazione del Luporini è comunque irriducibi,le alle conclusioni fenomenologiche, basti aggiungere quan­ to egli stesso osserva: « una siffatta preminenza episte­ mologica del sistema del presente dis-teleologizza (n.s.) quel corso storico stesso senza che perciò la sua conti- 198