Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

2) Considero poi utile pubblicare testi vecchi a fianco di testi più recenti: perché si veda. da dove vengo e dove vado. Non ho, mi si vorrà fare questo credito, alcuna pre­ tesa personale in materia . In questi testi, non parlo di me, e non sono io a parlare. Semplicemente ,le circo­ stanze hanno fatto sì che questi testi filosofici (chiunque avrebbe potuto scriverli) contengono una certa storia, che ho diviso con moltissimi fi,losofi comunisti della mia generazione. E poiché quello che capita in filosofia è sempre di natura politica, la . storia che abbiamo vissuto non interessa solo i filosofi comunisti. Essa può anche testimoniare di realtà che i militanti operai hanno vis­ suto, e vivono, in modo infinitamente più concreto. Questi testi sono stati scritti, come testimonia ,la loro data, in anni difficili per il Movimento Comunista Inter­ nazionale: XX Congresso e scissioni tra i Partiti comu­ nisti, sullo sfondo delle conseguenze del periodo del «culto della personalità». Per i giovani intellettuaili comunisti dei paesi occi­ dentali non è stato facile «orientarsi» nella politica e neanche nella teoria. Penso che le . nostre difficoltà sono state condivise e sono ancora adesso condivise dai nostri compagni dei paesi socialisti, in condizioni in gran parte diverse dalle nostre, ma pure simili sotto certi rapporti. In questa congiuntura sono stati scritti questi saggi. A partire da questa congiuntura bisogna comprenderli: come interventi filosofici, destinati a permetterci di ri­ conoscere ila specificità, teoricamente rivoluzionaria, della teoria marxista-leninista, nella scienza della storia e nella filosofia. Perché bisognava riconoscere questa specificità? La prima ragione che a tutti viene in mente è che il «periodo del culto della personalità» aveva, con il suo «dogmatismo», compromesso la teoria marxista in 151

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