Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

Per questo motivo un comunista sa che può sbagliare. Tutti possono sbagliare. Ma quel che distingue un co­ munista è il possesso di criteri oggettivi (la teoria mar­ xista-leninista) che gli insegnano quello che un errore può costare, gli permettono di evitare molti errori, e, se ne commette, di riconoscerli e di rettificarli. Un comunista non è un esecutore cieco. Sa prendere 1 le proprie �esponsabilità, sa assumere il rischio di avere ragione, cioè (poiché ne è la contropartita) di sbagliare: due rischi molto pesanti da portare, quando se ne conoscono -Ie conseguenze. Quando si sbaglia bisogna saperlo riconoscerè, averne il coraggio, e rettificare il proprio errore. lii movimento operaio marxista-leninista chiama questa operazione: Critica-Autocritica-Rettifica. La Rettifica è un'operazione costante nelle scienze: essa è vitale in politica. L'espe­ rienza mostra che per giungere alla Rettifica di un errore, bisogna passare per la Critica e ,l'Autocritica. Una Critica che non si basa su principi teorici giusti non è una Critica: è un attacco . Una Critica che non rende possibile una Rettifica non è una Critica: è un' operazione chirurgica o poliziesca. Un'Autocritica, anche sincera, che non sbocca realmente in una Rettifica non è un'Autocritica: è una confessione religiosa. L'essenziale per i marxisti-leninisti non è ,la Critica per la critica, l'Autocritica per l'autocritica, ma il risultato: la Retti­ fica, sulla base di principi giusti. Così le cose possono avanzare, nella politica come nella teoria. Un autore che riscrive la sua storia, che corregge i suoi testi per far credere che non ha mai sbagliato, o che non ha avuto un passato, non rispetta i principi marxisti-leninisti . Non si è mai obbligati a pubblicare testi vecchi. Ma quando si pubblicano, bisogna pubbli­ carli come sono stati scritti, o se si rettificano, bisogna dirlo. Ecco la mia prima ragione. 150

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