Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

142 tendo ,le condizioni dello sfruttamento e della sua riproduzione. Ma non c'è lotta di classe senza classi antagonistiche. Chi dice lotta di classe della classe dominante dice resistenza, rivolta e lotta di classe del,la classe dominata. E' per questo che gli AIS non sono la realiz­ zazione dell'ideologia in generale, e nemmeno la realizzazione priva di conflitti dell'ideologia de1la classe dominante. L'ideologia della classe domi­ nante non diventa dominante per grazia del cielo, e nemmeno in virtù della semplice presa del potere di Stato. E' mediante ila instaurazione degli AIS, nei quali questa ideologia è realizzata e si realizza, che essa diviene dominante. Ora questa stabilizzazione non avviene da sola, è al contrario la posta di una durissima lotta di classe senza interruzione: prima contro le vec­ chie classi dominanti e le loro posizioni nei vec­ chi e nuovi AIS, poi contro la olasse sfruttata. Ma questo punto di vista della lotta di classe negli AIS resta ancora astratto. In effetti, la lotta di classe negli AIS è sì un aspetto della lotta di classe, a volte importante e sintomatico: per esempio la lotta anti-religiosa nel XVIII se­ colo, per esempio la «crisi» delfAIS scolastico in tutti i paesi capitalistici oggi. Ma la lotta di classe negli AIS non è che un aspetto di una lotta di classe che trascende gli AIS L'ideologia che una classe al potere rende dominante nei suoi AIS, si «realizza» appunto in questi AIS, ma li trascende, poiché viene da altrove. Cosippure l'ideologia che una classe sfruttata riesce a di­ fendere dentro e contro tali A:IS li trascende, perché viene da altrove. E' solo dal punto di vista delle classi, cioè della ilotta di classe, che ·si può render conto delle

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